Quantcast
Channel: LA DIVINA COMMEDIA - opinioni
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2

un fiume carsico

$
0
0
Dante1403.JPG


 Quando leggemmo il disïato riso / esser baciato da cotanto amante, / questi, che mai da me non fia diviso, / la bocca mi baciò tutto tremante./ Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: / quel giorno più non vi leggemmo avante".

(Inferno, Canto V vv.133-138)

Un’ultima considerazione sul triste racconto di Paolo e Francesca e poi lasceremo per sempre il II cerchio per andare incontro “ a nuovi tormenti”. Dante vuole conoscere il momento fatale che rapì i due nell’estasi d’amore. Francesca risponde prontamente: “Un giorno noi due stavamo leggendo per lieto passatempo il romanzo di Lancellotto, là dove si racconta come l’amore lo avvinse. Eravamo soli e senza il minimo sospetto del pericolo. Parecchie volte la lettura spinse i nostri occhi a guardarci, e ci scolorì il volto. Ma solo un punto ci spinse entrambi e ci trascinò alla rovina. E fu quando leggemmo che la bocca ridente di Ginevra fu baciata da sì famoso amante”. Ecco il punto cruciale: la lettura di certe opere, un pensiero che lentamente prende il sopravvento e conduce alla rovina. La vita cortese, la lettura di romanzi cavallereschi dove venivano immortalate le gesta e gli amori di antichi cavalieri divennero fatali per i nostri due amici Paolo e Francesca. Ritorna alla mia mente il monito di Louis Pasteur: “L’occasione favorisce solo la mente che vi è preparata”. Come sono vere e attuali queste parole e con quale prepotenza l’episodio narrato da Dante pone in risalto il pericolo di letture o di visioni poco edificanti. Certe frasi o certi film preparano la mente, pongono le basi per una concezione errata della sessualità e della vita affettiva. Se poi ci si accosta, seppur furtivamente, a stampati o a visioni di natura pornografica il danno risulta deflagrante. La lussuria è come un fiume carsico: scorre nascosta nei meandri del nostro cuore. Sollecitata emerge e trascina a valle tutto quello che incontra: sentimenti, buoni propositi, amicizie, le realtà più sacre. Dante ci mette in guardia proprio dai danni che la vacua e provocante lettura produce nelle nostre menti. La lussuria non riguarda solo “il basso ventre”. Prepara le sue trappole a “monte”, cioè nella mente e nella memoria. La colpa di Paolo e Francesca è proprio racchiusa in quel “leggemmo il disiato riso / esser baciata da cotanto amante”. Le labbra tremanti di Paolo si intrecciano con quelle di Francesca: il resto sono cose che appartengono ai comuni mortali. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse. Galeotte certe trasmissioni che inquinano i sentimenti più alti e più belli. Paolo e Francesca più che tra i tormenti del capolavoro di Dante volano nel turbine del nostro cuore e dei nostri sentimenti. Ci piaccia o no sono i nostri eterni compagni di viaggio. Esserne consapevoli è già un presupposto perché non abbiano il sopravvento. Con queste considerazioni termino il commento al V canto dell’Inferno e faccio miei i sentimenti del sommo poeta: “Mentre Francesca parlava, il suo compagno piangeva, tanto che io non ne potei più e svenni per compassione, quasi ne morissi per crepacuore; e caddi inerte, come cadrebbe un corpo fulminato”.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2

Latest Images

Trending Articles